Per una definizione di plurilinguismo
La crescente presenza di bambini e ragazzi di origine straniera in tutti gli ordini e gradi del sistema d’istruzione italiano, ha delineato un contesto educativo complesso e dinamico, ricco di pluralità e di diversità linguistico-culturali. In questo contesto didattico si delinea il concetto di plurilinguismo e le conseguenti peculiarità nell’insegnare italiano L2 in classi plurilingue. I documenti europei recenti che si occupano di lingue, primo fra tutti il Quadro Comune Europeo di riferimento per le lingue, definiscono il plurilinguismo come “la padronanza di un repertorio di abilità linguistiche diversificate in più lingue”, integrandolo nel concetto di competenza plurilingue e interculturale, che viene così definita: “la capacità che una persona come soggetto sociale ha di usare le lingue per comunicare e di prendere parte a interazioni interculturali, in quanto padroneggia, a livelli diversi, competenze in più lingue ed esperienze in più culture.” Questa competenza non consiste nella sovrapposizione o nella giustapposizione di competenze distinte, ma è piuttosto una competenza complessa e composita su cui il parlante può basarsi. Il plurilinguismo quindi non coincide con il multilinguismo, l’approccio plurilingue mette l’accento sull’integrazione: cioè, man mano che l’esperienza linguistica di un individuo si estende dal linguaggio domestico del suo contesto culturale a quello più ampio della società e poi alle lingue di altri popoli, queste lingue e queste culture non vengono classificate in compartimenti mentali rigidamente separati; anzi, conoscenze ed esperienze linguistiche contribuiscono a formare la competenza comunicativa, in cui le lingue stabiliscono rapporti reciproci e interagiscono.
Caratteristiche delle classi plurilingue e multietniche
Il plurilinguismo non si delinea solo in classi di ragazzi e bambini, ma anche e soprattutto in classi di adulti stranieri. Le classi plurilingue sono classi fortemente eterogenee con la presenza di abilità differenziate. Insegnare italiano L2 in classi plurilingue diventa dunque una sfida per i docenti in quanto devono tener conto di alcune caratteristiche peculiari:
- Le lingue che compongono il repertorio degli studenti sono spesso numerose;
- I confini tra queste lingue possono essere mutevoli e non ben delineati;
- I repertori linguistici degli studenti comprendono lingue spesso molto distanti dall’italiano. Questa distanza ha ovviamente ricadute sulla didattica ma anche e soprattutto sullo sforzo cognitivo degli studenti. Non risulta dunque efficace un percorso d’apprendimento unico, con i medesimi obiettivi linguistici fissati rigidamente nello stesso arco di tempo, per studenti che provengono da aree linguistiche differenti fra loro;
- Il passaggio da una fase all’altra dell’interlingua segue tempi in parte soggettivi di conseguenza si rende necessario uno stile didattico differenziato e orientato ai bisogni peculiari dei soggetti;
- Le risorse extrascolastiche a disposizione degli studenti per l’italiano L2 che possono essere sia “soggettive” (genitori, amici, parenti ecc.) ma anche oggettive (libri di testo, dispositivi, accesso a biblioteche ecc.).
In conclusione, insegnare italiano L2 in classi plurilingue comporta la convivenza all’interno della stessa classe, di apprendenti provenienti da lingue-culture diverse e da differenti storie di scolarizzazione. I soggetti che costituiscono una classe plurilingue sono tutti bi-multilingui eppure ognuno di questi apprendenti può potenzialmente raggiungere competenze linguistiche estremamente differenziate e di conseguenza anche la didattica deve andare incontro ai diversi bisogni e ai diversi stili di apprendimento degli studenti. Lo stesso consiglio d’Europa ha emanato la Carta Europea sul Plurilinguismo in cui viene ribadito che il plurilinguismo è vettore essenziale della cittadinanza democratica, ed è la forma più auspicabile e più efficace di comunicazione in quanto trasmette valori di tolleranza ed accettazione delle differenze, indissociabile da ogni forma di cittadinanza europea
Italiano L2 in classi plurilingue e formazione dei docenti
I docenti di italiano L2 che si occupano della formazione linguistica di adulti e giovani adulti, operano in un contesto estremamente complesso. Le classi in cui il docente di italiano L2 è chiamato oggi ad insegnare, sono, come abbiamo detto, Classi ad Abilità Differenziate (CAD), una realtà fortemente eterogenea.
Per poter delineare al meglio le azioni didattiche più efficaci in un contesto di questo tipo bisogna, innanzitutto, conoscere in maniera approfondita le caratteristiche degli apprendenti. Per farlo si può partire da un test d’ingresso per valutare le competenze iniziali degli studenti valorizzandone la lingua materna in modo che la L2 non sia vista come una minaccia ma come ampliamento e valorizzazione del proprio repertorio linguistico. Ecco allora che la formazione e la selezione degli insegnanti specializzati in italiano L2 diventa fondamentale. Occorre che la competenza professionale dei docenti agisca in una triplice direzione: consapevolezza della propria identità professionale, capacità di spendere il proprio sapere per impostare i problemi e infine capacità di spendere il proprio sapere per ipotizzare, applicare e valutare soluzioni, all’interno delle classi plurilingui e pluriculturali nelle quali i corsisti operano.
Una grande responsabilità ricade dunque sulla formazione dei docenti. Tuttavia le attuali pratiche di formazione (iniziale ma anche in servizio) degli insegnanti non si adattano quasi per nulla o solo molto parzialmente all’approccio plurilingue e interculturale. Se la trasversalità, lo sviluppo dei repertori plurilingui e l’apertura alla diversità culturale costituiscono il nucleo del programma di studi per gli allievi, è necessario che diventino anche un principio guida nella formazione dei docenti.
Italiano L2 in classi plurilingue: consigli operativi sulla valorizzazione del plurilinguismo in classe
La valorizzazione del plurilinguismo passa attraverso una pluralità di azioni interconnesse. Ecco alcune azioni per agevolare il percorso di valorizzazione del plurilinguismo:
- Conoscere e riconoscere il patrimonio linguistico dei ragazzi autoctoni e di origine straniera (Italiano L1, Italiano L2, LM, LS).
- Realizzare e aggiornare annualmente la mappatura delle lingue presenti nella scuola in generale e nella classe in particolare.
- Verificare le competenze in L1 degli studenti di origine straniera. Questa operazione presuppone una conoscenza specifica del modello formativo del Paese d’origine e una formazione mirata dei mediatori linguistico-culturali e dei docenti di L2.
- Integrare il processo di insegnamento/apprendimento di Italiano L2 con le lingue del repertorio linguistico degli studenti e quelle di sistema.
- Selezionare e acquisire materiali e strumenti per la formazione dei docenti, coerenti con le mutate esigenze di un contesto plurilingue e pluriculturale.
- Approfondire il tema dell’influenza della L1 nell’acquisizione della L2, nell’ottica di ridefinire e condividere la nozione di interferenza e la pluralità di fattori che incidono sui differenti ritmi di apprendimento degli studenti, pur all’interno di un percorso comune.
Queste sono solo alcune delle azioni per valorizzare il plurilinguismo nella propria scuola o nella propria classe. Da questo articolo emerge un quadro complesso che gli/le insegnanti di italiano L2 si trovano quotidianamente ad affrontare. Alla luce delle considerazioni sinora esposte, emerge non solo la necessità, ma l’urgenza di insegnanti qualificati in italiano L2 che possano anche affiancare gli insegnanti nella scuola pubblica con laboratori linguistici che favoriscano lo scambio plurilingue e l’intercultura.