Le artlang (abbreviazione di artistic language, termine usato in lingua inglese) o “lingue artistiche” sono delle lingue inventate, artificiali, create per scopi artistici. Si tratta di lingue ideate da artisti, scrittori e musicisti allo scopo di usarle nelle loro opere (ad esempio in romanzi, poesie, canzoni, performance artistiche…). Queste lingue non servono quindi alla comunicazione ma sono parte integrante di un’opera.
Le lingue artistiche sono spesso caratterizzate da una struttura linguistica inventata o alterata, e dall’uso di parole e/o simboli inusuali. Il significato delle parole presenti nel vocabolario di queste lingue è lasciato alla libera interpretazione dell’ascoltatore.
Un esempio di artlang è la lingua zaum creata dal poeta russo Velimir Khlebnikov. Khlebnikov ha inventato la lingua zaum per esplorare l’idea che la lingua potesse essere utilizzata per creare nuove realtà poetiche e per esprimere concetti che non potevano essere trasmessi attraverso le lingue esistenti.
È interessante passare in rassegna alcune delle lingue inventate più famose, ponendo particolare attenzione alle lingue inventate per il cinema e al loro impatto sulla cultura popolare. Analizzeremo poi le modalità con cui queste lingue vengono create ex novo seguendo linee evolutive non darwiniane.
Artlang per il cinema: le fictional languages
Varie artlang sono state create per il grande schermo, diventando parte integrante della trama di alcuni film. Per fare qualche esempio, pensiamo a film come “Star Trek” ed “Avatar”.
È probabilmente proprio la lingua klingon in “Star Trek” quella più famosa tra le lingue inventate per il cinema. Creata dal linguista dell’Università della California Marc Okrand per il film “Star Trek III: Alla ricerca di Spock” del 1984, il “klingoniano” è diventata un elemento fondamentale dell’universo di “Star Trek”. Nel corso degli anni, questa lingua è stata sviluppata ulteriormente all’interno delle produzioni di Star Trek e molti fan hanno addirittura imparato a parlare klingon, creando una comunità di appassionati che possiamo chiamare “klingonisti”.
Un’altra fictional language che ha guadagnato molta popolarità è la lingua na’vi in “Avatar”. Creata da Paul Frommer, un linguista della University of Southern California, la lingua na’vi è stata sviluppata per il film di James Cameron del 2009. Questa lingua è inoltre stata utilizzata anche nella versione del videogioco del film.
Anche per “Il Signore degli Anelli” sono state create delle lingue artificiali: si tratta delle lingue elfiche sindarin e quenya, create da John Ronald Reuel Tolkien, scrittore e professore di lingua inglese all’Università di Oxford. Queste lingue sono state utilizzate sia nei libri che nei film di Peter Jackson. La passione per la lingua elfica ha contagiato molti appassionati di questo film e oltre ad esser stata studiata è stata persino utilizzata per creare poesie e canzoni generando quella che potremmo definire una vera e propria letteratura.
Il linguista David J. Peterson (ritratto nella foto seguente) ha invece realizzato la lingua dothraki e il valyriano presenti in “Game of Thrones”. Anche in questo caso, i fan della serie si sono molto interessati a questa lingua, creando gruppi di studio ed eventi a tema.
Ricordiamo poi la lingua huttese della saga “Star Wars”, creata dal progettista del suono di “Star Wars” Ben Burtt per il personaggio di Jabba the Hutt.
Ma come fanno i linguisti ad inventare una artlang?
Creare una artlang o una lingua artificiale in generale richiede una grande conoscenza delle lingue naturali, della grammatica e della fonologia. I linguisti che si occupano della creazione di lingue inventate lavorano attentamente per costruire una lingua che abbia una struttura logica e coerente, che abbia una pronuncia specifica e un vocabolario ben definito.
È bene segnalare innanzitutto che la maggior parte dei linguisti che hanno creato delle artlang non insegna attualmente in università, ma lavora come scrittore, consulente linguistico o esperto di lingue inventate a tempo pieno. Inoltre, esiste un termine specifico per riferirsi a questi professionisti; chi crea delle lingue artificiali viene infatti chiamato glottoteta o glossopoieta.
Uno dei più noti glottoteti italiani è stato il matematico Giuseppe Peano, ideatore del “latino sine flexione”, una lingua ausiliaria internazionale derivata dalla semplificazione del latino classico.
Il processo di creazione di una lingua inventata inizia con la definizione di un insieme di regole grammaticali che stabiliscono come le parole vengono formate e come vengono combinate per formare frasi. Queste regole possono essere basate su regole grammaticali esistenti in altre lingue naturali, oppure possono essere completamente originali. Il linguista sceglie inoltre una fonologia, basandosi su suoni esistenti in altre lingue naturali oppure creando dei suoni ex novo.
I linguisti che creano artlang devono inoltre definire il vocabolario della lingua. In questo processo, i creatori della lingua decidono quali parole saranno necessarie per la comunicazione e stabiliscono una serie di regole per la formazione di parole nuove. Il vocabolario può essere creato basandosi su parole esistenti in altre lingue naturali, oppure può essere completamente inventato.
Inoltre, i creatori di lingue inventate devono tener conto anche del contesto in cui la lingua sarà utilizzata. Per esempio, il na’vi di “Avatar” è stato creato per la cultura immaginaria dei na’vi del pianeta Pandora e quindi deve essere adatto a quella cultura e alla narrazione del film. Allo stesso modo, la lingua klingon è stata sviluppata per la cultura dei klingon dell’universo immaginario di “Star Trek”.
Occorre dire poi che i linguisti che creano lingue inventate lavorano per rendere la lingua il più naturale e credibile possibile, utilizzando tecniche linguistiche basate sull’evoluzione delle lingue naturali. Una volta creata la lingua, il lavoro del linguista dev’essere completato con l’aiuto degli attori, che devono apprendere la pronuncia e la grammatica della lingua e imparare a parlare in modo naturale.
Ecco qualche esempio di lingue a cui si sono ispirati i creatori delle più conosciute artlang nel cinema.
La lingua na’vi è stata creata costruendo una grammatica complessa e un vocabolario di circa 1000 parole; la sua fonologia, invece, richiama alcuni tratti di lingue come il giapponese e il polinesiano.
La lingua klingon è stata invece realizzata concependo una base foneticamente complessa, basata su suoni gutturali e sibili, motivo per il quale parlare questa lingua correttamente richiede una certa pratica.
Il dothraki e il valyriano si ispirano invece a lingue come il turco, il russo e il latino, hanno una grammatica fonologicamente complessa e un vasto vocabolario.
Il sindarin e il quenya, infine, fondano la loro grammatica su lingue antiche, come il latino e il greco, ma anche il finlandese, l’italiano e lo spagnolo.
I corsi di lingua per imparare a parlare una artlang
La passione per un film o una saga di quelli menzionati ha portato molte persone ad interessarsi alle art language parlate dai loro attori preferiti, imparandole, e ha indotto la creazione di appositi corsi di glottodidattica per insegnare queste lingue, che seguono gli stessi principi utilizzati per l’insegnamento di una lingua seconda o straniera.
Per quanto riguarda il klingon, ci sono diversi corsi online e in presenza disponibili, tra cui segnaliamo quelli offerti dal Klingon Language Institute, che offre corsi online e materiali didattici. C’è inoltre il “qep’a‘”, un congresso annuale del Klingon Language Institute che include workshop, corsi presenziali per imparare la lingua e, addirittura, test di certificazione, proprio come avviene per le lingue straniere, ad esempio per le certificazioni di lingua inglese.
Similmente a quanto accade per il klingon, la passione dei fan per la lingua na’vi ha portato all’istituzione di corsi di lingua na’vi nonché all’organizzazione di conferenze sul tema. Esistono poi forum e siti dedicati anche per quanto riguarda l’apprendimento della lingua dothraki e del valyriano.
Il sindarin e il quenya, infine, sono lingue molto più difficili da imparare, infatti non sono state sviluppate per essere utilizzate quotidianamente. Tuttavia, ci sono comunità online di fan che offrono risorse e tutorial per imparare anche queste lingue.
Chi sono gli studenti delle lingue artistiche?
Imparare una lingua inventata richiede un impegno significativo e potrebbe non essere adatto a tutti, ma per gli appassionati di cinema e linguistica può essere un’esperienza divertente e appagante.
Gli studenti di lingue inventate come il na’vi o il klingon sono infatti principalmente dei fan di film, libri o serie TV in cui queste lingue sono parlate. Si tratta spesso di appassionati di fantascienza, fantasy o cultura pop in generale, che trovano interessante l’idea di poter parlare la lingua dei personaggi dei loro film o libri preferiti.
Da un’altra prospettiva, ci si può interessare ad apprendere queste lingue per motivi accademici o linguistici, ad esempio per comprendere come si inventa una nuova lingua.
Ci sono poi gli appassionati dei giochi di ruolo o i cosplay, dove i partecipanti interpretano personaggi dei loro film o libri preferiti, per cui parlare la loro lingua può essere un aspetto interessante.
Si potrebbe infine essere interessati a creare una nuova lingua, piuttosto che a parlarne una già inventata. A questo proposito segnaliamo l’esistenza della Language Creation Society, una comunità online di esperti di lingue inventate che offre tutorial e risorse per apprendere come creare una lingua artificiale.