Dopo la verifica dei requisiti di accesso, da parte degli USR e delle scuole polo, arriva inesorabile il momento dei depennamenti da graduatorie e concorsi e getta nello sconforto schiere di malcapitati candidati. In questo articolo non vi diciamo cosa fare dopo aver subito un depennamento o quali siano le conseguenze, questo sarà eventualmente argomento di un altro articolo.
Registriamo con rammarico una situazione che potrebbe essere facilmente evitabile ma che per superficialità e, nei casi più gravi per incompetenza, alimenta ancora una volta le dispute tra aspiranti docenti che ne hanno fatto le spese.
La situazione è ancora più evidente per la classe di concorso di cui ci occupiamo da anni, la A023, che per motivi storici è la cenerentola delle classi di concorso specialmente in tema di requisiti di accesso.
I depennamenti più numerosi in molte regioni si registrano proprio a carico dei candidati nella nuovissima classe di concorso A023.
I requisiti di accesso sono stati cristallizzati nell’allegato A al D.M. 259/2017 ma risalgono ad un periodo di transizione da un regime di reclutamento ad un altro. Ciò rende la situazione della A023 davvero particolarissima, sotto diversi aspetti.
Spesso i sindacati ed enti che si occupano di orientamento e formazione non hanno casistica adeguata su questa classe di concorso; alcuni addirittura non ne hanno mai sentito parlare e credono che debba ancora essere istituita.
Le proposte per maturare i requisiti di accesso per la A023 sono le più fantasiose e vanno dal ricorso al fai da te nel migliore dei casi fino, nel peggiore, al cugino esperto di turno.
Avere a che fare con la A023 per un orientamento non è semplicissimo. Gli aspetti pratici più evidenti sono costituiti dalle difficoltà interpretative della tabella A che detta i requisiti di ammissione ai concorsi. La famigerata tabella A è in effetti nata per altri scopi (stabilire i requisiti di accesso al TFA) in un periodo, prima della riforma della legge 107 sulla buona scuola, che prevedeva percorsi abilitanti e non concorsi abilitanti.
Depennamenti da graduatorie e concorsi: tre casi classici per A023 e non solo
Il numero di candidati che hanno subito depennamenti da graduatorie e concorsi evidenzi la complessità della situazione. Le motivazioni alla base dei depennamenti sono le più varie e coprono un arco che va dalla mala fede, alla svista, all’incomprensione dei requisiti fino all’incompetenza.
Solo per citarne alcune facciamo una piccola classifica dei casi più frequenti:
- La laurea in possesso del candidato non è contemplata per l’accesso alla classe di concorso;
- Mancano CFU in settori scientifico disciplinari ed esami richiesti a corredo della laurea per costituire il titolo di accesso principale;
- Il titolo congiunto manca, non rientra tra quelli previsti dal D.M. 92/2016 per l’accesso alla classe A023 o è stato conseguito oltre la scadenza della domanda.
Laurea non contemplata per l’accesso alla classe di concorso
Questo caso è quello che si potrebbe più facilmente evitare anche solo da una lettura superficiale della tabella A in quanto lì sono specificatamente indicate le lauree del vecchio ordinamento, specialistiche e magistrali che consentono di accedere alla classe di concorso A023. I poveri malcapitati hanno magari integrato un elevato numero di titoli senza che nessuno facesse loro notare, prima di intraprendere questo percorso, che l’accesso alla A023, nel loro caso, sarebbe stata impresa degna di Sisifo in assenza di una laurea tra quelle consentite.
Mancanza di CFU ed esami richiesti
Per quanto riguarda i CFU c’è da ammettere una difficoltà oggettiva specie per i laureati del vecchio ordinamento. Come si specifica dal Ministero alla nota n. 3 in questa pagina, chi parte da una laurea del vecchio ordinamento e deve integrare il proprio piano di studi, per ciascuna annualità richiesta deve sostenere esami di nuovo ordinamento da 12 CFU, con stessa o simile denominazione e nei corrispondenti SSD-Settori Scientifico Disciplinari previsti per le lauree di nuovo ordinamento.
Ovviamente non si fa cenno al criterio per individuare quanto simile debba essere la denominazione degli esami in questione. C’è il rischio quindi di una mancanza di oggettività.
A volte addirittura ci si trova di fronte all’impossibilità di integrare il piano di studi o a costi esorbitanti, dovuti al fatto che occorre trovare un ateneo che abbia, nella propria offerta formativa, quell’esame che si chiama proprio in quel modo. Insomma in questo caso la forma diventa sostanza.
Al netto di casi così specifici però l’interpretazione della tabella viene spesso condotta autonomamente dal candidato nel modo più conveniente alla propria situazione, quasi auto assolvendosi.
Ovviamente lo si fa per evitare il più possibile di conseguire crediti (il conseguimento di questi CFU può essere molto oneroso se l’integrazione coinvolge molti esami). Si tende a fare affidamento sul riconoscimento di crediti conseguiti in settori scientifico disciplinari affini, a volte si fa confusione con la denominazione degli esami, ad esempio viene spesso confuso l’esame di glottologia con quello di glottodidattica (mentre invece questi due esami ricadono in due settori scientifico disciplinari differenti).
Il suggerimento è quello di interpretare la tabella in senso prudentemente restrittivo. Conviene conseguire piuttosto un numero maggiore di CFU che subire l’onta del depennamento da graduatorie e concorsi, con tutte le relative conseguenze.
Errore sul titolo di specializzazione
Un grande classico infine è il titolo di specializzazione di cui al D.M. 92/2016. Questo requisito relegato nelle note iniziali viene spesso trascurato.
A volte la confusione su quali siano i titoli di specializzazione è stata artatamente fomentata da chi, pur di acquisire un nuovo iscritto, dichiara che il titolo proposto “è utile per l’accesso alla classe A023, unitamente ad altri requisiti”. Dietro queste diciture generiche e fumose si nasconde il fatto che il titolo proposto è ridondante, se non addirittura inutile, e di fatto non è titolo di specializzazione per l’accesso alla A023 tra quelli indicati nel suddetto Decreto Ministeriale.
Può capitare quindi di puntare ad un master in italiano L2 presumendo che costituisca, per il solo fatto che è erogato da un ente riconosciuto dal MIUR, un titolo di specializzazione valido. Non è sempre così.
Come abbiamo già avuto modo di dire nella nostra guida definitiva ai titoli di specializzazione in italiano L2 per tutte le classi di concorso esistono master che sono titoli di specializzazione e master che non lo sono.
Sulla differenza e su quali siano e su quale titolo sia più conveniente conseguire vi rimandiamo alla lettura della guida già citata.
Titoli conseguiti successivamente alla scadenza della domanda
Altro caso ricorrente è quello relativo alla data di conseguimento del titolo di specializzazione in Italiano L2 per la classe di concorso A023. Gli enti certificatori che erogano le certificazioni glottodidattiche richiedono tempi anche abbastanza lunghi per comunicare l’esito delle prove d’esame, le tempistiche in questi casi si attestano ufficialmente sui tre mesi.
Può quindi accadere di sostenere l’esame entro i termini di presentazione della domanda e conoscere l’esito della prova solo successivamente. In alcuni casi le due date sono riportate sul titolo ed i candidati sono portati ad interpretare (in modo da far rientrare il titolo nei termini) come data di conseguimento quella in cui è stato sostenuto l’esame e non la data di comunicazione dell’esito.
Anche qui il consiglio è quello di intendere in modo restrittivo le date e fare affidamento solo a quella relativa alla comunicazione dell’esito, la sola data che consente di avere certezza del superamento dell’esame e del conseguimento del titolo. Ricordiamo che non è mai conveniente puntare su un inserimento in graduatoria o su una domanda di ammissione al concorso formulati “con riserva”. Nella maggior parte dei casi si rivelano non solo inefficaci ma possono essere addirittura controproducenti.
Una corretta valutazione del piano di carriera per evitare depennamenti da graduatorie e concorsi
Fin qui i dati che più frequentemente si evincono dalla classifica dei depennamenti. Più che come correre ai ripari, ora vediamo come evitare di incappare in un depennamento. Prima di tutto occorre leggere attentamente la normativa, comprenderla, rivolgere domande precise a persone realmente esperte e non a chi improvvisa consulenze e orienta senza cognizione di causa.
La valutazione dei requisiti è il primo importantissimo passo di ciascun candidato per tracciare la rotta verso il successo o verso i depennamenti da graduatorie e concorsi.
Ci occupiamo di questa classe di concorso da ben prima della sua istituzione (e gli articoli su questo blog testimoniano attenzione e competenze specifiche nella materia).
Dal 2005 ci occupiamo di certificazioni glottodidattiche da prima che venissero inserite tra i titoli di specializzazione in italiano L2.
Dal 2008 eroghiamo corsi online di preparazione a tutti gli esami di certificazione, da prima che nascessero tutte le certificazioni attualmente esistenti e prima che questo tipo di formazioni online fossero erogate dagli stessi enti certificatori.
Dopo tanti anni di osservazione di esami, studio dei requisiti e dei loro cambiamenti, tabelle di valutazione, aggiornamenti delle stesse, riforme dei titoli, punteggio riconosciuto e di tutte le dinamiche collegate a questi aspetti, siamo consapevoli di aver sviluppato uno sguardo critico, complessivo ed approfondito della materia, che ci consente facilmente di individuare la direzione tracciata dalla normativa, visibile solo con una prospettiva completa della storia di questo settore.
Grazie alla nostra pluriennale esperienza offriamo consulenze di orientamento personalizzate, oggettive, che conduciamo con valutazioni dei piani di studi, tenendo conto non solo di titoli e CFU da conseguire, ma anche delle modalità di conseguimento, prospettando più percorsi, ove possibile, che vanno da quelli più rapidi a quelli più economici.
Abbiamo rilasciato da poco un tool online per l’autovalutazione dei requisiti di accesso. Lo strumento è gratuito ed accessibile a tutti e consente di avere un primo orientamento sulla classe di concorso a cui si può accedere con i titoli in proprio possesso e sui requisiti necessari a seconda del titolo di provenienza e di altre caratteristiche come l’anno di conseguimento. Il percorso ovviamente è possibile anche al contrario partendo dalla classe di concorso nella quale si ambisce insegnare per individuare i requisiti necessari.
Approfitta della nostra esperienza, competenza e disponibilità per richiedere una valutazione gratuita del tuo piano di studi.
Invia all’indirizzo mail info@ditals.com il tuo piano di studi di triennale, magistrale, e di ogni eventuale ulteriore formazione post laurea indicando il numero dei CFU conseguiti ed in quali settori scientifico disciplinari ricadono. Nel caso delle lauree del vecchio ordinamento occorre specificare se gli esami sostenuti siano semestrali o annuali.