La quarta lingua più studiata sulla terra
Qualche anno fa si diffuse la “leggenda metropolitana” che fosse l’italiano la quarta lingua più studiata al mondo. Trovata pubblicitaria che periodicamente torna in auge diventando, di volta in volta, virale sui social.
Dopo le prime analisi si scoprì (e noi fummo tra i primi a sollevare la questione sulla veridicità di siffatta statistica priva di riscontri realistici) che in realtà non vi erano dati sufficienti a suffragare questa notizia e si provò più volte a giustificare accampando le motivazioni più varie giungendo inesorabilmente alla stessa conclusione: impossibile stilare una classifica delle lingue più studiate su scala mondiale.
L’italiano però è una lingua che ha diversi altri primati. Che sia considerata uno status symbol tra gli apprendenti che la studiano perché attratti dall’Italian sound e da tutto ciò che evoca la nostra lingua in termini di stile di vita e ricchezza culturale non è una sorpresa. Moltissime ad esempio sono le parole che l’italiano ha prestato ad altre lingue, in diversi ambiti (anche se spesso ci si concentra sui prestiti linguistici che la nostra mutua da lingue straniere, stigmatizzando gli anglismi sempre troppo ingombranti).
L’italiano nello spazio
Quello che pochi sanno è che il pianeta terra non basta più alla nostra lingua e l’italiano ha letteralmente preso il volo con gli astronauti che sotto la bandiera tricolore ci hanno abituato negli ultimi anni, con trasmissioni dalla Stazione Spaziale Internazionale, a sentir parlare italiano anche nello spazio.
Questa volontà di superare i confini planetari ha trovato nuovo vigore con l’iniziativa dell’editore Scripta Manent che nell’ottobre 2021, in occasione del settecentenario dalla morte del Sommo Poeta, ha lanciato nello spazio, con la Expedition 66 verso la ISS, una nuova edizione della Divina Commedia, incisa su titanio e oro. L’opera di Dante quindi in questo momento vaga nel sistema solare.
L’italiano L2: la seconda lingua parlata sulla Luna
In pochi sono a conoscenza di un primato ancora più straordinario della nostra lingua. Quand’anche non fosse la quarta lingua più studiata sul pianeta terra la lingua italiana è senz’altro la seconda lingua più parlata sulla Luna!
Già “parlata”. Questa volta non si tratta di testi scritti e inviati nello spazio con missioni robotiche, ma di umani che parlano italiano sul nostro satellite.
Era il 30 luglio 1971 quando, durante una delle ultime missioni Apollo sulla superficie del nostro satellite, uno degli astronauti dell’equipaggio dell’Apollo 15, l’astronauta David Randolph Scott della NASA, esclamò in italiano un solenne “Mamma mia!” che passò alla storia. Eppure non risulta che Scott avesse studiato l’italiano.
David Scott ebbe anche altri primati, fu il primo ad esempio a guidare un veicolo lunare, il “Lunar Rover Vehicle 1” (più noto come “moon buggy”), stabilì il record di permanenza sulla superficie lunare e di attività extraveicolari. Ma ecco cosa successe in quelle quasi 67 ore sulla Luna.
Scott ripropose in assenza di atmosfera, grazie ad una piuma e ad un martello, il celebre esperimento dei gravi, attribuito all’italiano Galileo Galilei che, lasciando cadere due sfere di massa differente dalla torre di Pisa, dimostrò che il tempo impiegato per raggiungere il suolo è indipendente dalla massa.
La missione Apollo 15, al cui comando era David Scott (fu la sua ultima missione), fa registrare un’altra incredibile coincidenza relativa all’Italia visto che furono esplorati i “Montes Apenninus”, una catena montuosa lunare di circa 600 Km, con picchi di 5 Km di altezza, che prende il nome dall’omonima catena montuosa del nostro Paese.
Proprio durante una ispezione del suolo per raccogliere campioni Scott, colpito dalla luminosità di un frammento di roccia, esclamò il fatidico “Mamma mia!” che si ritrova nelle trascrizioni ufficiali della NASA.
Una espressione così tipicamente italiana e già all’epoca così internazionale (anche gli svedesi ABBA nel 1975 pubblicarono un singolo con questo titolo), ce la saremmo probabilmente potuta aspettare anche qualche anno prima, magari da Michael Collins, altro astronauta statunitense, nato a Roma, che però non toccò mai il suolo lunare.
L’italiano L2 sulla Luna
Suscita sempre un po’ di incredulità quando si sentono personaggi famosi stranieri parlare la nostra lingua e si stenta a credere che spesso lo spirito italiano trovi proprio all’estero una folta schiera di promotori.
Ebbene la stessa cosa è successa anche sulla luna e questo “Mamma mia!”, pronunciato da un non madrelingua, è letteralmente italiano L2!
Quando vi capiterà di insegnare qualche parola in italiano ad amici stranieri o ai vostri studenti, se lo fate per professione, potete ricordare loro questo piccolo particolare, che stanno cioè imparando la seconda lingua più parlata sulla Luna! Ovviamente sulla Luna anche la gravità degli errori è pari ad un sesto, rispetto quella che si registra sulla terra.
Si parlerà ancora italiano sulla Luna
Nel 2023 è ancora abbastanza agevole fare questa “statistica” sulle lingue più parlate sul suolo lunare, visto che gli umani sulla luna, fino ad oggi sono stati solo 12. Sarebbe già più complicato stilare una classifica delle lingue parlate sulle varie stazioni spaziali in orbita intorno alla Terra, o ancora di più, se si considerano le lingue scritte, visto che sono ormai numerosissime le missioni internazionali con sonde robotiche che riportano testi e messaggi in tutto il sistema solare.
Le prossime missioni del programma Artemis, che dovrebbero riportare il genere umano a calpestare il suolo lunare già dal 2025, potrebbero farci riascoltare la lingua italiana provenire ancora una volta dal nostro satellite. Tra i candidati a formare l’equipaggio infatti vi sono degli astronauti italiani tra cui Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano. Buone speranze sono riposte anche sugli italiani Andrea Patassa e Anthea Comellini, due giovani astronauti riservisti dell’ESA.
Ad oggi si sa che almeno un astronauta italiano dovrebbe essere a bordo della stazione orbitante Lunar Gateway e quindi potremmo sentire la nostra lingua, parlata questa volta da un o una madrelingua, se non proprio dal suolo lunare almeno dall’orbita lunare.