Torniamo sull’argomento “italiano quarta lingua” più studiata al mondo. La notizia è in realtà una non notizia, visto che viene periodicamente riproposta dal 2014, come se ogni volta fosse sempre più vera delle volte precedenti solo perché corredata da nuovi dati o solo perché è un ente differente a sostenerne le motivazioni.
La differenza tra L2 e Ls
È ormai chiaro a tutti come sia impossibile stilare una classifica accurata delle lingue più parlate, studiate al mondo, specialmente se si tratta di seconde lingue, terze lingue o quarte lingue. Sì, perché la confusione spesso è dovuta alla terminologia e si confonde la “quarta lingua” in assoluto con la quarta lingua straniera studiata o parlata. In una scuola tedesca, ad esempio, si studia come prima lingua il tedesco cioè la lingua madre (LM o L1), come lingue straniere l’inglese, il francese e l’italiano. In questo caso inglese, francese e italiano sono tutte e tre Ls (lingue straniere) e l’italiano potrebbe essere tra le lingue straniere la terza tra le opzioni prescelte. “Al quarto posto” quindi se si intende comprendere anche la lingua madre.
Altra confusione che si fa è tra “quarta lingua” e “lingua quarta”, e qui si tratta di un errore terminologico e logico. Vediamo meglio. Sappiamo tutti che per L1 si intende la lingua madre, mentre per L2 si intende la lingua straniera appresa nel Paese in cui quella linguasi parla. Gli stranieri che imparano l’italiano in Italia imparano, appunto una L2. Non può esistere, quindi, per logica, una “L3” o una “L4” proprio perché il concetto di L2 è legato non alla lingua ma al Paese in cui questa si studia.
Nel caso specifico si dovrebbe quindi parlare di LS (lingua straniera), cioè quella lingua straniera appresa nel proprio Paese, come ad esempio l’inglese appreso in Italia.
Questa confusione è data anche dal fatto che chi si occupa di statistiche non conosce la differenza e cosa si intenda tecnicamente per L1, L2 ed LS.
Tra le lingue straniere studiate all’estero (Ls) la lingua italiana risulterebbe essere la quarta lingua più studiata, condizionale d’obbligo vista la grande confusione, anche terminologica ed i dati aleatori ed incompleti.
I dati dell’annuario statistico MAECI per il 2018
Astraendoci però possiamo cogliere un segnale, una tendenza, che anche se non fosse reale e fosse solo nelle intenzioni di chi si prefigge di promuovere la lingua e la cultura italiana nel mondo, sarebbe in ogni caso un segnale interessante.
Sebbene infatti la fondatezza della notizia che l’italiano sia la quarta lingua straniera più studiata appaia oggettivamente dubbia, l’interesse per la nostra lingua cresce (o almeno si fa di tutto, anche con queste notizie, per farlo crescere!).
Scegliere di studiare la lingua italiana è sicuramente una scelta non comune, anzi si dice spesso che “studiare l’italiano è un lusso”. Eppure pare proprio che coloro che studiano la lingua italiana nel mondo, aumentino di anno in anno e dunque aumentano anche i corsi di lingua e cultura italiana per stranieri promossi dagli Istituti Italiani di Cultura, dalle scuole e dalle Università statali. Questo ovviamente comporta una maggiore richiesta di insegnanti specializzati in questo campo di insegnamento.
Questo rinnovato interesse per la nostra “dolce lingua” viene confermato anche da dati statistici ufficiali contenuti nell’annuario statistico 2018 pubblicato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Si confermano infatti in crescita gli alunni iscritti presso le scuole italiane all’estero (31.210 nell’ a.a. 2016/2017 e di questi ben 24.000 gli iscritti stranieri).
Aumentano anche le università destinatarie di contributi a cattedre di italianistica (da 226 nel 2015 a 246 nel 2017).
Un dato molto interessante riguarda anche l’aumento degli iscritti ai corsi di lingua e cultura italiana organizzati dagli IIC che nel 2017 sono aumentati quasi dell’1%.
Cresce anche il numero di stranieri che scelgono di venire nel nostro Paese. Sono ben 1.847.499 i visti rilasciati dal nostro paese che si colloca al terzo posto dopo la Francia e la Germania. Nel 2017 il numero dei visti è aumentato del 3%.
La quota più elevata di visti rilasciati nel 2017 è quella relativa alla categoria “turismo” (ca. l’80% sul totale), seguita poi da “affari”, “studio” e “motivi famigliari”. Sono soprattutto i cittadini provenienti dalla Federazione Russa ad avere un particolare interesse per il nostro Paese (ca. 531.000 visti sono stati rilasciati a cittadini di nazionalità russa).
C’è da considerare che i visti turistici includono una fetta di turismo linguistico relativa ai corsi brevi o a soggiorni che hanno lo scopo, se non di studiare la lingua in Italia, almeno di avere occasione di praticarla dopo averla studiata.
Il 3% di visti per motivi di studio invece è relativo a studi universitari o post laurea.
La Farnesina fa inoltre notare che nel 2017 il numero di cittadini italiani iscritti in anagrafe consolare sale a 5.603.215, con un incremento del 4,1% rispetto al 2016.
Da alcuni anni il MAECI ha sviluppato una strategia innovativa di promozione integrata. La denominazione di questo piano di promozione è “Vivere all’italiana” e già dal 2017 si è assistito ad un incremento delle iniziative culturali all’estero. Nel corso dell’anno, infatti, la rete del MAECI ha organizzato e programmato circa 8.000 eventi in diversi settori di attività tra i quali la lingua italiana, l’arte contemporanea, l’alta cucina e il design. Per citarne solo alcuni: l’International Design Day, gli Stati generali del sistema universitario e dell’Alta Formazione, la II Settimana della Cucina Italiana nel Mondo.
Nel quadro della Settimana della Lingua italiana nel mondo, nel 2017, sono state realizzate oltre 1.300 iniziative, tra cui 389 incontri/conferenze, 717 spettacoli, 144 tra mostre ed esposizioni; il 40% degli eventi è stato organizzato in Europa, il 30% nei Paesi delle Americhe e il 15% nel continente asiatico.
Non trascurabili gli interventi anche in altri settori come quello archeologico e della cooperazione scientifico-tecnologica.
Un interesse crescente per l’italiano nel mondo
L’interesse per la nostra lingua e cultura cresce quindi all’estero in tutti i settori. Questo non solo per l’opera lungimirante di enti ed istituzioni ma anche grazie agli oltre 5 milioni e mezzo di italiani che vivono all’estero e che portano con sé un bagaglio linguistico e culturale molto forte trasformandosi spesso, anche involontariamente, in alfieri della lingua, della cultura e del modo di vivere Italiano.
I dati raccolti dal MAECI si riferiscono ai cittadini italiani censiti nell’anagrafe consolare e quindi residenti stabilmente all’estero. Tuttavia chiunque abbia fatto un’esperienza all’estero per studio, lavoro o per una vacanza un po’ più lunga, avrà sicuramente ricevuto più di qualche domanda sulla lingua, sulla cultura italiana, richieste di consigli sulla cucina italiana, luoghi da visitare e magari anche richieste di lezioni di italiano.
Una delle occasioni lavorative che si presenta prima di altre ad un italiano che si trovi in un Paese straniero è quella di insegnare la propria lingua. Per insegnare l’italiano in modo efficace non è sufficiente essere madrelingua ed occorre avere competenze che possono essere conseguite con una specifica formazione glottodidattica.
Insomma, che l’italiano sia o meno la quarta lingua straniera più studiata al mondo siamo certi che rimarrà una questione fortemente dibattuta. Abbiamo tuttavia la certezza, dati statistici alla mano, che l’interesse per il nostro Paese, la nostra lingua e la nostra cultura, nonostante tutte le difficoltà, sia in forte crescita e ciò lascia ben sperare per il futuro.