La sintomatologia posturale da smartworking, già sperimentata dopo il primo periodo di didattica a distanza da molti docenti, rischia di diventare, insieme alla didattica a distanza stessa, un altro aspetto rilevante dell’anno scolastico 2019-2020.
Smaltito il primo impatto con la didattica a distanza vogliamo porre l’accento sulla “sintomatologia posturale da smartworking” un aspetto che è stato comprensibilmente trascurato ma che sicuramente inizia già a farsi sentire. Ore di lavoro davanti al computer, lezioni online, webinar, videochiamate ed esami. Tutti rigorosamente seduti, più o meno comodi, dietro una scrivania o, per i più temerari, sul divano.
Per docenti e studenti, abituati ad altro tipo di interazione non mediata da una postazione di lavoro agile (espressione proposta dall’Accademia della Crusca in luogo di smartwork) la sintomatologia posturale da smartworking non è affatto un aspetto trascurabile.
È il caso di fare qualche riflessione sull’argomento, anche ora che l’anno scolastico si avvia alla conclusione, vista la prospettiva che l’inizio del prossimo possa essere gestito, se non interamente con la didattica a distanza, almeno con l’aiuto di tecnologie e di competenze che sono già sperimentate e più familiari per studenti ed insegnanti.
Già dopo i primi giorni di didattica a distanza molti docenti avranno avvertito i primi doloretti. Un fastidio al collo, un mal di schiena nella zona lombare, le dita iniziano a formicolare, il nostro corpo comincia a darci qualche segnale e ci chiede maggior attenzione. Le limitazioni che le misure anti contagio hanno poi imposto all’attività fisica più o meno impegnativa che tutti svolgevamo non contribuiscono a migliorare la situazione.
Perché accade questo? Assumo una posizione sbagliata? Qual è la posizione corretta davanti al computer? Ci sono degli esercizi da fare per il mal di schiena? Sorgono mille domande ed è utile fare un po’ di chiarezza.
In questo utile video realizzato dal Gruppo di terapia manuale e fisioterapia muscolo-scheletrica dell’Associazione italiana fisioterapisti (Aifi) per CorriereTv
Il dolore cervicale (Neck Pain), comunemente chiamato «dolore al collo», è una condizione dolorosa riguardante il tratto cervicale che causa disabilità ed implica grossi costi economici. Ecco le indicazioni tecnico-professionali del Gruppo di terapia manuale e fisioterapia muscolo-scheletrica dell’Associazione italiana fisioterapisti (Aifi).
Verrebbe naturale pensare che il problema sia una postura sbagliata, ma è veramente così? Nonostante le normali credenze non ci sono prove evidenti che esista una postura ottimale o che evitare posture errate prevenga il mal di schiena.
Alcune posture sono adottate come strategia protettiva e possono riflettere preoccupazioni relative alla vulnerabilità del corpo.
La postura ottimale è quella che risulta più confortevole. Le posture confortevoli variano da individuo ad individuo. Esplorare posture diverse e cambiare posture abituali può fornire sollievo dai sintomi.
Stare seduti per più di 30 minuti in una posizione non è pericoloso e non dovrebbe essere evitato. Comunque muoversi e cambiare posizione può essere d’aiuto ed essere attivi fisicamente è importante per la salute.
Adottare posture più rilassate può fornire sollievo dai sintomi. Per avere una postura rilassata è necessario dare la giusta attenzione alle sensazioni del nostro corpo anche nei momenti senza dolore. Può essere utile, a questo riguardo, apprendere delle tecniche di rilassamento appartenenti alle cosiddette “mind-body therapies”. Tra queste ricordiamo il Tai Chi Quan, lo Yoga, il Qi Gong, la meditazione e diversi esercizi di respirazione.
Riassumendo possiamo dire che è necessario rivalutare le nostre credenze sulla postura e che il modo migliore per alleviare un’eventuale sintomatologia dolorosa è quello di cambiare posizione periodicamente, avere uno stile di vita attivo e adottare delle posture rilassate.
In ultimo va detto che non esiste l’attività fisica ideale, o che esistano esercizi per la postura migliori di altri ma è molto più utile praticare quella che ognuno di noi preferisce. Avremo così modo di praticare più a lungo concedendo al nostro corpo il tempo e la possibilità di ottenere tutti i benefici che qualsiasi attività porta con sè.
Questi consigli sono in parte tratti da un articolo pubblicato nel 2019 da Slater D. e collaboratori sul “Journal of Orthopaedic & Sports Physical Therapy” dal titolo “Sit Up Straight”: Time to Re-evaluate.
Riccardo Serio – Fisioterapista