Di abilitazione per insegnare italiano a stranieri e, addirittura di una corsa ad ottenere l’abilitazione nella nuova classe di concorso, si parla ella rubrica “Società” de “La Stampa” del 12 agosto 2016.
In arrivo una nuova classe di concorso. Così la società globalizzata può diventare un’occasione (di lavoro).
Nell’articolo si registra, con qualche inesattezza, un fenomeno effettivamente in atto. La classe di concorso è “in arrivo” solo nelle classi essendo già realtà da qualche mese tanto che con il concorso a cattedra 2016 il MIUR ha bandito ben 506 posti per la classe di concorso A023.
Per dare una chiave di lettura più precisa all’articolo de “La Stampa” occorre precisare il contenuto di una affermazione che riportiamo tra virgolette: “È scattata rapidamente la corsa per assicurarsi l’abilitazione per l’insegnamento agli stranieri, le certificazioni Ditals che si ottengono all’Università di Siena (dopo aver superato l’esame del caso)“.
Le certificazioni Ditals non sono innanzitutto automaticamente abilitanti né sono entrambe utili. Il MIUR ha specificato con il D.M. 92 del 25/2/2016 che solo le certificazioni Cedils, Dils-PG di II livello e Ditals di II livello sono considerate “titolo di specializzazione” richiesto per l’accesso al prossimo Tirocinio Formativo Attivo, di cui si attende prossimamente il bando e che sarà il primo percorso abilitante per la nuova classe di concorso di italiano L2 nella scuola pubblica.
Nell’articolo si parla poi di un “master non universitario”. Occorre quindi un’altra precisazione. I “titoli di specializzazione” richiesti per l’accesso al TFA sono stati elencati tassativamente dal già citato D.M. 92/2016 del MIUR e tra questi, oltre alle certificazioni Cedils, Dils-PG II e Ditals II, ci sono anche master di I e II livello. Qui l’elenco completo dei titoli di specializzazione di italiano L2. È importante quindi dire due cose. La prima, che non tutti i master universitari o privati sono riconosciuti dal MIUR come titolo di specializzazione per l’accesso alla A023. È possibile che siano master riconosciuti dal MIUR ma che non abbiano questo ulteriore specifico riconoscimento. La seconda, che i master non universitari non sono contemplati nel provvedimento ministeriale e quindi, a maggior ragione, non è utile conseguirli nell’ottica di una abilitazione per insegnare italiano a stranieri.
Una volta ottenuto il titolo di specializzazione per l’accesso al TFA occorre verificare che il titolo di accesso (la laurea) sia tra quelli contemplati dal MIUR per la nuova classe di concorso e che comprenda i CFU richiesti che, qualora non posseduti, vanno acquisiti con esami singoli. Gli Uffici Scolastici Regionali, infatti, non riconoscono CFU conseguiti con master in quanto non facenti parte del titolo di accesso ma di altro titolo, il master appunto. Per verificare questo aspetto è il caso di contattare l’USR di competenza e di leggere attentamente quanto previsto dalla Tabella A diffusa dal MIUR in cui si fa riferimento ai titoli per tutte le classi di concorso, anche per la A023.