Chi ci conosce da un po’ e viene a trovarci sul nostro sito per formarsi e aggiornarsi, chi segue i nostri post sui canali social o è iscritto alla newsletter avrà notato che da pochi giorni qualcosa è cambiato: abbiamo una nuova identità visiva, un nuovo logo.
Sentivamo già da qualche tempo l’esigenza di adottare un richiamo grafico che riuscisse a trasmettere la passione che mettiamo nel fare il nostro lavoro, un modo semplice per esprimere l’idea non solo di quello che facciamo, ma anche l’idea di come lo facciamo.
Volevamo trovare un modo per comunicare quanto siamo cambiati e cresciuti, da 20 anni a questa parte, grazie all’esperienza con i nostri studenti, alla condivisione di un percorso professionale con i colleghi, alle collaborazioni con università ed altri enti di formazione.
Non era nostra intenzione farlo in modo scontato.
Per questo abbiamo scelto ARS – ARchitecture that Sounds come nostro partner per il nostro rebranding. ARS è un’agenzia di comunicazione che lavora in ambito nazionale e internazionale ed è caratterizzata da un team multidisciplinare di creativi.
Dopo una prima fase di design exploration le proposte sono state diverse. La strategia è stata quella di escludere segni grafici inflazionati per il settore come le corone di alloro, il tocco di laurea, libri, penne e tutto ciò che appartiene all’immaginario più spicciolo collegato al mondo della formazione.
Abbiamo deciso da subito che era necessario partire dai fondamentali, dalla nostra missione e dal modo con cui lavoriamo che è ciò che ci contraddistingue davvero.
Prometeo, colui che pensa prima
Ciò che da sempre indica l’ago della nostra bussola è la formazione e, in ultima analisi, la diffusione della conoscenza.
Quale simbolo migliore del fuoco quindi? Il fuoco è uno dei simboli più potenti nell’immaginario umano. Percepito sin dall’antichità come dono divino, il fuoco richiama l’idea della luce viva della conoscenza, dell’intelletto e dell’ingegno umano.
Nella tradizione classica occidentale il legame tra il fuoco e il sapere è incarnato in maniera esemplare dal mito di Prometeo, Titano che nella mitologia greca si distingue per la sua compassione nei confronti degli uomini, visti dagli dei come creature inferiori.
Con un gesto di profonda ribellione Prometeo rubò il fuoco agli dei dell’Olimpo per donarlo agli uomini, affrancando così il genere umano dal proprio stato ed accendendo la scintilla della conoscenza. Un gesto capace di sottrarre il genere umano all’oscurità dell’ignoranza.
Grazie al dono del fuoco l’umanità acquisisce il potere di trasformare il mondo e sviluppare le arti, le scienze e la tecnica.
Nell’immagine che correda questo articolo Prometeo è raffigurato nel dipinto di Heinrich Friedrich Fueger il cui titolo è appunto “Prometeo dona il fuoco all’umanità”.
È significativo che lo stesso dipinto venga spesso citato anche con un altro titolo: “La creazione dell’uomo da parte di Prometeo”, facendo così coincidere il momento della creazione con l’istante in cui la conoscenza assurge a caratteristica peculiare del genere umano.
Il prezzo della conoscenza
A causa del suo gesto di ribellione Prometeo viene punito da Zeus e ciò ci ricorda quanto la conoscenza abbia un prezzo e sia quindi indissolubilmente collegata alla responsabilità.
Tanto più utile ricordarlo in un mondo come quello attuale, che corre sempre più veloce e ci obbliga a continue sfide che per essere raccolte, e vinte, hanno necessità di una formazione che affondi nell’etica le proprie radici.
Il fuoco è quindi perfetta metafora della formazione; apprendere è un atto trasformativo, spesso faticoso e che comporta lo spezzare le catene della dipendenza e della paura.
Montaigne scriveva negli Essais che “insegnare, non è riempire un vaso, ma è accendere un fuoco“.
Nella pedagogia moderna la formazione non è la trasmissione passiva di nozioni, ma un processo che accende una scintilla interiore, che stimola l’autonomia di pensiero.
Ogni insegnante diventa un piccolo Prometeo nel momento in cui prende su di sé la responsabilità di accendere un fuoco per alimentare la libertà delle future generazioni.
Concetti classici da applicare in modo moderno
Il mito di Prometeo oggi ci invita a riflettere sul significato della formazione che è quello di insegnare a gestire il fuoco della conoscenza, a non temerlo ma al tempo stesso ad utilizzarlo responsabilmente.
La vera formazione è in definitiva quella che insegna a usare il fuoco con consapevolezza, senza accecarsi e senza lasciarsi incantare solo dai riflessi.
Il nostro viaggio alla ricerca di una nuova identità visiva ci ha condotto ad un simbolo grafico semplice ed immediato che trasmette un’idea potente, di una energia viva, in costante movimento.
Ci è sembrato che questo rappresenti bene il dinamismo e la flessibilità, la vitalità e la voglia di crescere e migliorare che ci contraddistinguono.
I continui cambiamenti che interessano il mondo della formazione richiedono, come elemento necessario a chi opera nel settore, una competenza che sia costantemente aggiornata, al passo con i tempi.
Non meno importante è anche la capacità, che senza falsa modestia pensiamo ormai di aver acquisito con l’esperienza, di leggere i segnali per intuire le direzioni degli sviluppi futuri.
Proprio perché pensiamo di ritrovarci in queste caratteristiche abbiamo scelto il fuoco elemento che trasmette anche un calore familiare. Ci auguriamo chi si rivolge a noi possa ritrovare questo calore nel modo di fare cordiale, informale ma mai confidenziale, nel nostro accogliere e saper orientare i futuri docenti indicando il percorso migliore, nella passione che mettiamo nel fare il nostro lavoro.
Una realtà, la nostra, che viene percepita già da tempo, proprio per queste caratteristiche, come un punto di riferimento chiaro e sicuro a cui rivolgersi, da seguire e da cui lasciarsi guidare e ispirare.
L’impegno nella nostra missione si conferma e si rafforza dopo il percorso di consapevolezza da cui è nata la nuova identità visiva e possiamo dire con orgoglio che in noi il fuoco di Prometeo brucia ancora e siamo l’onore e la responsabilità di esserne tedofori.
È il fuoco della domanda, del dubbio, della ricerca. È la fiamma che arde in ogni studente che vuole sapere “perché”, in ogni insegnante che accende il pensiero critico, in ogni essere umano che si rifiuta di vivere nell’ombra dell’ignoranza.
Ed è proprio questo il fuoco che rende l’uomo così umano.