Le varietà diatopiche nell’insegnamento dell’italiano L2

Le varietà diatopiche, l'italiano regionale, i geosinonimi e i dialetti nell'insegnamento dell’italiano a stranieri.
Le varietà diatopiche nell'insegnamento dell'italiano L2: la mappa delle lingue e dei dialetti d'Italia
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Le varietà linguistiche

Il panorama sociolinguistico italiano si presenta come una gamma di varietà, ogni italiano, infatti, ha un suo repertorio linguistico, che può spaziare dal dialetto locale, all’italiano regionale fino all’italiano più corretto e controllato, chiamato anche “italiano standard”. Le varietà sono inserite in un “continuum linguistico”, in quanto per la maggior parte di esse non è possibile stabilire dei confini “definiti”, ma spesso sfumano l’una nell’altra. Si distinguono cinque varietà, ciascuna collegata a un fattore differente:

  • la variabile diamesica, relativa al mezzo di trasmissione della comunicazione;
  • la variabile diafasica, legata alla situazione comunicativa, all’argomento trattato e al rapporto che si ha con l’interlocutore;
  • la variabile diacronica, relativa al mutamento linguistico nel tempo;
  • la variabile diastratica, collegata alla “posizione sociale” del parlante e al suo grado d’istruzione;
  • la variabile diatopica, relativa allo spazio geografico;

Le varietà diatopiche

“L’italiano non è parlato in modo uniforme nell’intero territorio nazionale”, questa considerazione di Claudio Marazzini fa riferimento appunto alle varietà diatopiche, cioè al cambiamento linguistico relativo all’area geografica di provenienza. Di questa varietà fanno parte le cosiddette varietà regionali dell’italiano e i dialetti. Entrambe riguardano soprattutto le realizzazioni orali della lingua, anche se ne possono essere coinvolte forme particolari di scrittura.

Anche per le varietà diatopiche valgono le considerazioni relative al “continuum”: immaginando un lungo segmento, ai due estremi opposti si individuano due varietà ben distinte e tra queste una serie di varietà che sfumano l’una nell’altra. Come sostiene Sobrero a un estremo del segmento troviamo una varietà regionale bassa, fortemente marcata da tratti dialettali, e all’estremo opposto una varietà regionale alta, più vicina alla varietà standard, marcata da tratti dialettali, quasi esclusivamente, a livello fonetico e prosodico.

Italiano regionale, geosinonimi e dialetti

Le varietà di italiano regionale sono risultate dal comporsi della tradizione linguistica italiana con le molteplici tradizioni linguistiche dialettali, portando non solo al passaggio di forme del dialetto nell’italiano, ma anche a forme dell’italiano nei dialetti. Risulta difficile stabilire dei confini netti tra le diverse varietà regionali, tuttavia, si individuano cinque macro-varietà: settentrionale, centrale, meridionale, meridionale estrema e sarda.

È noto che le diversità regionali si facciano sentire soprattutto a livello fonetico e prosodico, tuttavia anche a livello lessicale sono degni di nota i “geosinonimi”, cioè quelle parole diverse (da regione a regione) ma che assumono lo stesso significato. Un esempio è l’uso del termine anguria al nord, che corrisponde a cocomero al centro e in Toscana e a melone al sud.

Inoltre, ancora oggi in Italia la lingua nazionale convive con i dialetti. Buona parte degli italiani alterna, in base alla situazione comunicativa, le due lingue, in un rapporto che viene detto non di bilinguismo, ma di “diglossia”. Vi sono regioni, tuttavia, in cui la dialettofonia è minoritaria, mentre altre, come il Veneto e la Campania, in cui i dialetti sono molto vitali e vengono considerati varietà di “prestigio”.

Varietà diatopiche e implicazioni nella didattica dell’italiano L2

Partendo dai dialetti, nell’insegnamento dell’italiano a stranieri è necessario usare molta cautela con la presentazione dei tratti dialettali, affinché la loro difficoltà non demotivi gli studenti. È preferibile quindi introdurli a livelli avanzati, con testi input globalmente comprensibili, in cui vi sia code-switching tra italiano e dialetto, come ad esempio, i romanzi di Andrea Camilleri.

Per quanto riguarda, invece, le varietà di italiano regionale, per il docente di italiano L2 è importante far riconoscere, ai propri studenti, almeno i tratti più caratteristici delle varietà regionali. Anche il QCER, infatti, prevede a livello avanzato, nell’ambito della padronanza fonologica: il riconoscimento delle “caratteristiche di varietà fonologiche regionali e sociolinguistiche”. Sempre attraverso testi autentici o para-autentici (tratti da scene di film, narrativa contemporanea, ecc.), quindi, si potrebbe iniziare dalla presentazione e individuazione dei tratti fonetici, in cui la varietà regionale risulta più evidente, per poi passare ai tratti lessicali e morfologici.

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