Il microlearning nasce in risposta a una precisa richiesta cognitiva. Invece di riempire le menti di nozioni, dare il giusto stimolo, richiamandolo nel tempo, può aiutare a migliorare la conservazione delle conoscenze e la produttività.
Nel 1880 Hermann Ebbinghaus introduceva i concetti di “curva d’apprendimento” e “curva dell’oblio”, secondo cui le persone tipicamente dimenticano l’80% di quanto imparano nel corso di un mese, in mancanza di un intervento di rinforzo. Negli anni ’70 il compianto Prof. Filippo Ciampolini, docente della facoltà di Ingegneria a Bologna, parlava di “Didattica Breve”.
Secondo gli studi più recenti infine la soglia di attenzione umana tende a calare dopo i primi 8 minuti e crolla, fino a sparire, se dopo 20 minuti non si introducono elementi di novità.
L’apprendimento in formato micro
Tra le varie definizioni di “microlearning” spicca quella che fornisce Theo Hug, professore universitario ed autore del libro “Didactics of Microlearning”: “una sequenza di microattività e microcontenuti, caratterizzati dall’essere interattivi e multimediali”.
Letteralmente, “apprendimento in formato micro”, la caratteristica principale di questa nuova metodologia è la frammentazione dell’oggetto di apprendimento in porzioni minime per favorirne lo studio e l’assimilazione.
È dunque un approccio all’apprendimento basato sulle competenze che offre informazioni in piccole sezioni altamente concentrate.
Caratteristiche del microlearning
Per rendere quindi l’apprendimento più rapido e, al tempo stesso, migliorarne la qualità, le principali caratteristiche delle attività di microlearning sono:
- Il focus: ogni modulo fornisce una risposta incentrata su un singolo problema o una singola domanda.
- La varietà: i tipi di contenuti includono video tutorial, podcast audio, presentazioni, interazioni, giochi, scenari, valutazioni, guide pratiche basate su testo e brevi lezioni online.
- La velocità: un modulo può durare circa cinque minuti, tuttavia, non ci sono regole imprescindibili sulla sua lunghezza, questa si adatta sempre al contenuto da presentare.
- E-learning: possibilità di distribuire i contenuti multimediali attraverso i dispositivi mobili, come smartphone, tablet, ecc.
Naturalmente, i microcontenuti e le microattività sono tutti collegati tra di loro da una “cornice invisibile” che li unisce ed è questa cornice a dare un significato unitario a tutto il percorso di apprendimento.
Applicazioni del microlearning e suggerimenti
Non tutti i corsi possono essere strutturati con questa metodologia, in particolare se devono trasmettere informazioni più ampie e su vari argomenti, che non possono essere compressi in moduli di una decina di minuti.
Tuttavia in questi casi, il microlearning può essere utilizzato come attività di supporto per l’apprendimento di alcuni concetti chiave. I contenuti “frazionati”, quindi, possono essere abbinati al resto dei contenuti formativi per creare un corso completo.
Ad oggi il microlearning può essere una soluzione ottimale per molte esigenze formative ed è utilizzato soprattutto per educazione, comprensione e apprendimento di skill. Alcuni esempi pratici sono:
- Percorsi formativi su vari argomenti (come ad esempio il nostro corso sul QCER)
- Brevi video educativi (come quelli di TED-Ed)
- Video tutorial e guide
- Canali, account e gruppi educativi sui social network
- Servizi di apprendimento delle lingue (come app e piattaforme online)
La didattica del microlearning è quindi caratterizzata da una metodologia smart e rapida, che deve tener conto sia delle esigenze dei discenti sia degli strumenti necessari per poterli soddisfare.
È sempre necessario valutare se i contenuti siano adatti a questa metodologia e non basarsi troppo sui contenuti tradizionali, ma utilizzare formati accattivanti ed interattivi (come video, posdcast, ecc.)
Infine, l’apprendimento collaborativo o il social learning possono implementare efficacemente questa metodologia. Le interazioni e le “discussioni”, infatti, incrementano la motivazione e possono mettere in evidenza delle lacune da riempire.